L'attenzione dei protagonisti del Grand Tour per il paesaggio era molto variabile.
Un esempio istruttivo è costituito dall'ambiente delle gravine.
Se né la monumentale scalinata di accesso al santuario della Madonna della Scala, né l'aspetto selvaggio e suggestivo delle gravine meritano rilievo
in Stolberg ed in De Salis Marschlins, interessati più che altro al mondo classico, tutt'al più agli aspetti botanici ed alla buona e razionale
agricoltura; esso stesso diviene invece l'oggetto privilegiato della ricerca condotta da Berteaux e Dihel nella seconda metà dell'Ottocento, le
fondamenta di quella che sarebbe divenuta la Civiltà Rupestre.
Talvolta l'attenzione per il mondo naturale costituisce un tributo alla cultura classica, come è il caso della Salina Grande (a sinistra in basso
sono le monumentali opere della bonifica borbonica), già oggetto di attenzione da parte di Plinio il Vecchio.