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PERIEGHESIS. VIAGGIO NELLA STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO DEL TARANTINO

La difesa del territorio

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La difesa delle strutture produttive

Il brigantaggio ha costituito un fenomeno endemico nelle campagne tarantine, caratterizzando drammaticamente alcuni passaggi storici particolarmente critici, come gli anni immediatamente successivi alla conquista romana, l'Età Tardoantica, il tardo Medioevo, il Seicento, l'età napoleonica e gli anni postunitari.

Dalla parte del mare l'insicurezza derivava dalle costanti scorrerie dei corsari (dai Saraceni medievali ai Turchi di Età Moderna).

Il litorale tarantino orientale fu costantemente tormentato dalle incursioni di pirati e corsari di varia provenienza. I segni della permanenza di tale pericolo restano scolpiti nella struttura di molte delle masserie dislocate lungo di esso. Molto frequente è, ad esempio, il tipo a torre quadrata, con un corpo di fabbrica principale molto sviluppato in altezza, ingresso spesso sopraelevato con accesso tramite una scalinata alta e stretta, talvolta interrotta da un ponte levatoio. Pressoché costante anche il riscontro di caditoie, garitte, feritoie. In basso: Masseria Scorcola e Masseria della Marina (Manduria).

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Il più delle volte l'obbiettivo delle incursioni era limitato al saccheggio, per cui particolarmente appetite risultavano le chiese, le saline e le masserie, ove erano quasi sempre presenti merci, vettovaglie e uomini, le prede più ambite. Più raramente, perché molto più rischioso, dalla razzia si passava all'assalto dei centri abitati.

Per questo motivo tutte le strutture produttive erano munite di elementi di difesa, come torri, ponti levatoi, garitte, caditoie, muri elevati. Anche la stessa posizione delle strutture nel territorio rispondeva all'inderogabile esigenza di dominare con la vista il più ampio spazio possibile.

Nel corso dell'800 le masserie divennero l' obbiettivo privilegiato dei briganti, che da una parte le eleggevano a basi logistiche per le loro scorrerie, ma nelle quali vi vedevano materializzato il potere economico degli odiati galantuomini. Per questo motivo molte di esse assunsero la veste di veri e propri fortini.Tale funzione faceva proprie anche le nuove esigenze di rappresentanza che le grandi aziende agricole andavano assumendo. Al culmine di tale linea di sviluppo architettonico si pone il nutrito repertorio delle masserie-castello presenti nel Tarantino.




Difesa e controllo territoriale

Accanto ad un sistema difensivo volto alla salvaguardia dei beni patrimoniali, messo in atto con proprie risorse finanziarie da parte dei proprietari, esisteva anche un sistema difensivo pubblico. Questo era motivato sia dalla necessità di salvaguardare l'integrità dello Stato nel suo complesso dal rischio di aggressioni esterne, sia di stabilire un efficace controllo militare su un territorio di recente acquisizione o in ogni caso conteso.In tali circostanze era l'autorità pubblica a promuovere l'organizzazione della difesa territoriale.

La difesa contro le incursioni condotte dai Turchi fu affidata, sin dalla fine del '500, ad una serie di torri costiere, come Torre Columena (Manduria, in alto). La torre di San Pietro in Bevagna (Manduria), in basso, fu invece costruita (alla fine del '400) dai Benedettini a difesa dei loro possedimenti. Fu poi acquistata dallo Stato e rientrò nel sistema delle torri costiere.

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I Messapi crearono un sistema di centri fortificati e di specchie tutt'intorno alla chora controllata dai Greci di Taranto, i quali risposero a loro volta con un una serie di phrouriasituati in siti altrettanto strategici.

I Longobardi istituirono un sistema di fortificazioni (note come skulka) contrapposto al Limitone o Paretone dei Greci (magnum limes); dopo l'anno Mille gli stessi Bizantini impiantarono un complesso sistema di kastellia nei siti più importanti tutt'intorno alla città di Taranto.

Sotto la dominazione degli Spagnoli, nella seconda metà del '500, epoca in cui si prospettava una vera e propria invasione da parte dei Turchi, tutto il Viceregno di Napoli fu munito di un sistema di torri costiere in grado di avvertire il pericolo e di trasmettere l'avviso ai centri dell'interno ed alle altre strutture collegate a vista. Il sistema funse inoltre da controllo dell'altrettanto endemico fenomeno del contrabbando.

La costruzione e la manutenzione delle torri andò a carico delle città circostanti, come pure il salario dei soldati ad esse addetti. Oltre che nelle torri, altre guarnigioni di soldati risiedevano anche in altre postazioni, dislocate sia lungo la stessa costa che nell'interno; di questa presenza restano alcune reminiscenze toponomastiche, come il Posto, la Guardia, Guardiola.In quest'epoca, tuttavia, la funzione di queste strutture era piuttosto quella di contrasto ai contrabbandi che avaveano luogo lungo il litorale

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Fra i simboli di cui amava circondarsila borghesia agraria tardo-ottocentesca emergono le resipiscenze romantiche. A questo revival fa riferimento un tipo particolare di edilizia rurale maggiore, la masseria-castello, molto diffuso nel Tarantino. Essa coniugava esigenze ideologiche, di impatto visivo, con il concreto bisogno di difendere le strutture produttive dall'imperversare del brigantaggio. A sinistra Masseria Spagnolo, a destra Masseria Todisco (Statte).

Riferimenti bibliografici

AAVV: Le torri costiere per la difesa anticorsara in provincia di Taranto, Firenze-Taranto, 1982.

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