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PERIEGHESIS. VIAGGIO NELLA STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO DEL TARANTINO

LA CASA RURALE

Parole chiave: immagini,rural landscape history, storia del paesaggio agrario, dolmen, transumanza, Magna Grecia, Messapi, Medioevo, Neolitico, Villa rustica, flora, feudalesimo, demani, paludi, saline, trulli, caccia, fiumi, giardini, villaggi, casali, templi, chiese rupestri, cappelle, strade, tratturi, Taranto, Puglia, Italia meridionale, gravine, masserie, Civiltà Rupestre, edilizia rurale

Il popolamento sparso

Nel corso della sua plurimillenaria storia, il Tarantino ha vissuto fasi in cui era ben rappresentato e addirittura prevaleva il popolamento sparso delle campagne, in continuità fisica e funzionale con la citt e con la rete dei villaggi rurali, più o meno accentrati. Queste coincidevano con momenti di crescita demografica, di preminenza del piccolo podere contadino coltivato in proprio, di iniziative di neocolonizzazione di aree in precedenza incolte, di ampliamento di colture ad elevata intensità di lavoro, come (orti, giardini e vigneti).

Questo tipo di paesaggio caratterizzò, ad esempio, l'Età Magnogreca (nei secoli V-III a.C.) e i secoli della Rivoluzione Agricola Medievale (secc.X-XII).

D'altro canto, il popolamento sparso coincise anche la lunga crisi della civiltà urbana antica, precedente anche la caduta stesso dell'Impero Romano, coincidente, quindi, con il TardoAntico e l'alto Medioevo. A spingere gli uomini nelle campagne furono le vessazioni degli ufficiali dell'ammninistrazione pubblica ed il pericolo di scorrerie barbare, che avevano come proprio obbiettivo proprio le città.

La Civiltà Rupestre ci offre gli unici esempi della cultura dell'abitare nel Medioevo: la casa-grotta isolata (Buccito, Grottaglie) ed il casale accentrato di Santa Maria della Scala a Massafra.

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Dopo una lunga fase di dominio del poplamento accentrato (vedi dopo), nel corso dell'Ottocento inoltrato, con il decollo della viticoltura, la Valle d'Itria (a cavallo delle provoince di taranto, Bari e Brindisi) mutò radicalmente il proprio volto insediativo, dando luogo al'unico esempio pugliese di popolamento rurale sparso stabile. Un'ultima svolta si è avuta negli anni della deregulation urbanistica degli anni '60 e '70 del Novecento, quando la città ha intrapreso la sistematica invasione della campagna con insediamenti residenziali perenni o stagionali, al di fuori di qualsivoglia poilitica urbanistica. L'aggressione non era solo fisica, ma anche culturale, trattandosi di promanazione di cultura urbana, sganciata da finalità economico-produttive tradizionali, che la campagna a subito passivamente. I danni inferti al paesaggio sono sotto gli occhi di tutti!

Il popolamento accentrato

Altri momenti storici furono invece caratterizzati dalla virtuale assenza di una stabile struttura insediativa rurale duffusa, durante i quali la presenza umana nelle campagne si limitava al tempo necessario alla effettuazione dei lavori all'interno delle strutture agrarie, dominate dal latifondo. Tale circostanza coincideva in genere con un trend demografico statico o negativo, con il dominio della grande proprietà e di attività economiche di tipo mercantile ed estensive, come la cerealicoltura e le varie forme di allevamento.
I gangli di questa organizzazione coincidevano con una rete lassa di insediamenti accentrati, aperti come i casali o fortificati, come le terre .

A spingere nella direzione dell'accentramento furono, all'inizio, chiare direttive di politica di controllo del territorio, perseguite congiuntamente sia dal potere laico (feudale), sia da quello religioso; vi concorsero poi, sino ad imporlo definitivamente e farne un tratto caratteristico di tutto il paesaggio pugliese, anche motivazioni igieniche (come l'imperversare della malaria nei mesi estivi, causa e conseguenza, al medesimo tempo, dello spopolamento), senza trascurare la precarietà delle vie di comunicazione e la cronica insicurezza delle campagne per l'imperversare del brigantaggio (nelle aree interne) e della pirateria (lungo le coste).

Il popolamento accentrato ha dominato il paesaggio agrario del Tarantino durante l'Età Romana (secc. II sec a.C.-III d.C.), il tardo Medioevo e l'Età Moderna (secc. XIV-XVIII).

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